Auto a guida autonoma: a che punto siamo?

Sono passati più di tre decenni da quando Ernst Dickmanns testò con successo un sistema di guida autonoma per veicoli.

Le auto di oggi presentano numerosi strumenti di ausilio semi-automatici, mentre le marche leader del settore lavorano in quello che si potrebbe definire il progetto del secolo per il settore automotive.

Allo stesso tempo, si stanno valutando gli effetti di tale tecnologia, soprattutto in campo legislativo.

Ma dal punto di vista tecnologico, possiamo sostenere che l’auto autonoma non è più un sogno futuristico.

Pro e contro della guida autonoma

Qui di seguito, elenchiamo i vantaggi di questa nuova tecnologia:

  1. Non c’è alcun dubbio che la diffusione di veicoli a guida autonoma eliminerebbe la causa di oltre il 90% degli incidenti stradali: l’errore umano;
  2. Si ridurrebbero le emissioni inquinanti;
  3. Aumenterebbe la sicurezza per anziani e per coloro che non si sentono a loro agio durante la guida;
  4. La circolazione di veicoli sarebbe decisamente più organizzata

Nel complesso, l’essere umano ne guadagnerebbe molto in termini di ordine e sicurezza.

Tuttavia, vanno menzionati diversi svantaggi, ovvero:

  1. È già stata sollevata una complessa questione legislativa. La normativa per far fronte agli incidenti che si verificano senza l’intervento umano non è ancora abbastanza chiara;
  2. Si provocherebbe una significativa perdita di posti di lavoro nel settore dei trasporti;
  3. Incidenti. Questa tecnologia non è al 100% affidabile, come dimostrato dall’incidente mortale avvenuto negli Stati Uniti e causato da un veicolo Uber a guida autonoma.

I sei livelli di guida autonoma

Autonomous vehicles levels

È stata la Society of Automotive Engineers (SAE) a definire i gradi di autonomia dei sistemi di guida automatizzati. Vanno da 0 a 5.

LIVELLO 0: Nessuna automazione (No automation)

È il conducente a doversi occupare della guida. In questo caso, non è presente alcun tipo di ausilio.

LIVELLO 1: Guida assistita (Driver assistance)

Il conducente riceve assistenza per il controllo laterale e longitudinale del veicolo, ma non per entrambi in simultanea. Riassumendo, vi è assistenza su velocità e direzione (intervenendo su freni, acceleratore e sterzo).

LIVELLO 2: Automazione parziale (Partial automation)

L’assistenza avviene per entrambi i movimenti, controllando freno ed acceleratore. Ad ogni modo, il conducente resta l’unico a poter controllare il veicolo e superare gli ostacoli.

LIVELLO 3: Automazione condizionata (Conditional automation)

La guida del veicolo è quasi completamente automatizzata. Il sistema è in grado di svolgere, con alcune limitazioni, i compiti del conducente, che deve rimanere vigile nel caso in cui sia necessario il suo intervento.

LIVELLO 4: Alta automazione (High automation)

Il livello 4 è riservato a quei veicoli che, oltre ad offrire una guida autonoma all’interno del proprio raggio d’azione, sono pronti ad intervenire in caso di imprevisti e per minimizzare i rischi. A differenza del livello 3, il conducente non è tenuto a controllare costantemente la guida.

LIVELLO 5: Guida autonoma (Full automation)

Nel livello 5, il veicolo non ha più limitazioni geografiche o climatiche. Può “guidarsi” da solo e la presenza del conducente non è necessaria. È diventata un’auto totalmente autonoma.

Quali tecnologie intervengono nella guida autonoma?

Autonomous vehicles levels

Per un corretto funzionamento della guida autonoma, sono necessari diversi sottosistemi e dispositivi.

Il sistema di posizionamento satellitare è completato dal sistema di navigazione inerziale, che fornisce una maggiore precisione.
Sensori di diverso tipo, come quelli ad ultrasuoni e i LIDAR (acronimo dall’inglese Light Detection and Ranging o Laser Imaging Detection and Ranging), che raggiungono distanze molto maggiori, permettono, insieme a telecamere e radar, di rilevare oggetti ed elementi presenti intorno al veicolo. Tutto questo deve essere integrato con una mappatura ad alta definizione.

Inoltre, è essenziale disporre di un buon software che prenda decisioni corrette e sicure in base all’ostacolo che gli si presenta.
È questo l’aspetto che i produttori indicano come il più complesso.

Le novità delle grandi marche sulla guida autonoma

Nel 2019, la politica delle aziende leader nella produzione di auto a guida autonoma ha subito una certa inversione di tendenza in seguito all’incidente dell’anno precedente. La sicurezza è diventata una priorità e il marketing efficace e di alto profilo è stato notevolmente ridotto.

Toyota ha presentato il suo prototipo LQ Concept, con un assistente dotato di intelligenza artificiale .
Waymo, invece, ha annunciato che i suoi taxi autonomi, che operano in aree limitate, potranno presto fare a meno dell’operatore di sicurezza.
Inoltre, il 2019 ha visto la nascita di un gruppo imprenditoriale che comprende i colossi dell’automobile: il Consorzio Autonomo per il calcolo dei veicoli (o AVCC), il cui obiettivo è di promuovere lo sviluppo di veicoli autonomi.

Bosch IoT Shuttle

All’ultimo Salone dell’automobile di Francoforte, Bosch ha presentato le sue innovazioni nel campo dei veicoli elettrici e autonomi. L’azienda ha evidenziato che il suo sistema di parcheggio autonomo è la prima funzione di livello 4 approvata e disponibile per l’utilizzo su veicoli. D’altra parte, l’IoT Shuttle è stato presentato come un veicolo elettrico di livello 5, ovvero completamente autonomo. È concepito come un servizio di mobilità condivisa, i cui passeggeri potranno prenotare il proprio posto a sedere tramite cellulare.

Tesla e Volvo

Tesla mantiene una visione decisamente ottimistica. Il marchio, infatti, ha dichiarato che entro la metà del 2020 il suo sistema di guida autonoma permetterà ai conducenti di non dover prestare costante attenzione alla guida.

Volvo, da parte sua, ha proposto un camion a guida autonoma in grado di fornire supporto nei cantieri norvegesi.

Si tratta di nuovi importanti passi verso un futuro sempre più tangibile, che indubbiamente rivoluzionerà la nostra idea di mobilità.